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Luigi Borro

Luigi Borro nacque a Ceneda, nel 1826, quarant'anni prima che il borgo sui colli dell'alto Trevigiano, unendosi a Serravalle, desse origine alla municipalità di Vittorio Veneto. La sua era una famiglia di assai scarsi mezzi; tuttavia, benché fosse analfabeta, riuscì a coltivare e a far emergere l'innato talento artistico, facendosi notare dal pittore Giovanni Demin: ciò gli permise di recarsi a Venezia, per ricevere un'educazione e studiare presso l'Accademia di Belle Arti, grazie a varie forme di sussidio destinate a giovani "distinti ma poveri". Con il sostegno finanziario garantito da una borsa di studio poté perfezionarsi poi a Roma, dove rimase dal 1848 al 1852.
Rientrato a Venezia, vi stabilì la sua attività, che per circa vent'anni riscontrò un certo successo, soprattutto nell'ambito della scultura commemorativa, del ritratto e dell'arte funeraria. Muovendo da uno stile di chiara matrice accademica, e ripetendo formule ben radicate nella tradizione figurativa, lo scultore fu capace di elaborare spunti eterogenei e di seguire una propria vena creativa, che lo condusse a misurarsi dapprima con un'inclinazione di stampo romantico, per sviluppare poi, nella seconda fase della sua produzione, una più marcata tendenza al realismo espressivo.

 

Luigi Borro, Monumento a Daniele Manin. Venezia, Campo Daniele Manin

Luigi Borro, Monumento a Daniele Manin. Venezia, Campo Daniele Manin
(foto G. Dall'Orto, Wikimedia Commons)


La statua bronzea per il monumento eretto nel 1875 a Venezia in onore di Daniele Manin, eroe della Repubblica di San Marco del 1848, rappresenta senza dubbio un momento saliente, sotto diversi aspetti, nell'opera di Borro, segnando anche l'inizio di un inesorabile declino, che condusse l'artista a morire in gravi ristrettezze economiche, ormai ben lontano dalla popolarità del passato, nel 1886.